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Mike Moschos's avatar

TRADOTTO DA GOOGLE TRANSLATE: la Vecchia Repubblica degli Stati Uniti avrebbe respinto la premessa secondo cui il crollo di Budapest fosse dovuto esclusivamente a forze nazionaliste esterne. Avrebbe sostenuto che i semi del crollo erano interni: la corruzione, l'incompetenza, la centralizzazione, la governance esclusiva e l'arroganza dell'élite liberal-borghese elogiata da Lukács.

Mentre Lukács cattura l'apice estetico e culturale di Budapest, la Vecchia Repubblica avrebbe sottolineato la vacuità istituzionale sottostante a quello splendore. Avrebbe sottolineato il fatto che il potere rimaneva strettamente concentrato a Budapest e in una ristretta fascia della società, senza veri meccanismi di governance distribuita tra le numerose regioni e popolazioni ungheresi: slovacchi, croati, rumeni, serbi, ebrei, ungheresi rurali, ecc. Questo centralismo artificiale e fragile rendeva il sistema cognitivamente inferiore, insensibile, estrattivo e incline al collasso quando la pressione aumentava.

In quest'ottica, la Vecchia Repubblica avrebbe considerato fuori luogo la venerazione di Lukács per questa élite. Il loro fallimento non fu solo morale o culturale, ma strutturale. Costruirono una fragile entità politica in cui le forme di liberalismo non erano sorrette da una partecipazione plurale, e dove la modernizzazione economica fu di gran lunga inferiore a quanto avrebbe altrimenti dovuto essere, e ciò che accadde non fu accompagnato da una diffusione del potere. Questo è esattamente il tipo di sistema che i jacksoniani americani temevano: una capitale scintillante, gestita centralmente, al comando di un impero di province private dei diritti, il tutto all'interno di un sistema gestito da incompetenti.

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Manfredi MANFRIN's avatar

"Per iscritto si chiamava Monarchia Austro-Ungarica, ma a voce si chiamava Austria, termine a cui il paese aveva abdicato con solenne giuramento statale ma che conservava in tutte le questioni sentimentali, a prova che i sentimenti sono importanti quanto il diritto costituzionale e che i decreti non sono la cosa più seria del mondo" (cit.)

La Kakania non era quel paradiso "di diverse nazioni sotto la stessa sovranità", lo dico da uno che il 18 agosto festeggia ancora il compleanno dell'Imperatore proprio perché mio nonno sul Carso aveva fatto la sua parte per mettere fine all'ultimo impero nominalmente multinazionale.

L'unico posto al mondo dove diverse nazionalità convivono sotto un'unica sovranità sono gli USA, e, solo perché non si pongono il problema :-)

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