Il 2021 è stato un anno turbolento dappertutto, ma le notizie che arrivano dall’America Latina sono particolarmente preoccupanti. Se solo pochi anni fa nel continente sembravano esseri imposte una destra e una sinistra “vegetariane”, per usare un’espressione di Mario Vargas Llosa, adesso è di nuovo l’ora dei loro cugino “carnivori”. Nonostante il “socialismo del siglo XXI” abbia prodotto un disastro economico e umanitario in Venezuela, costringendo a emigrare milioni di venezuelani, gli altri Paesi del continente si sono incamminati con convinzione nella medesima direzione.
I lavori di Loris Zanatta sono sempre di grande aiuto per comprendere la cultura politica latinoamericana. Questa sua biografia di Fidel Castro ci aiuta a mettere a fuoco alcuni aspetti ricorrenti del populismo per come si manifesta in quei Paesi (e non solo) e dei suoi esiti autoritari.
Perché Fidel Castro sarebbe «l'ultimo re cattolico»? Perché innesta il rigetto delle pratiche del «liberalismo anglosassone e protestante», «tratto comune all'intera tradizione populista latinoamericana», sul tronco del nazionalismo cubano. Il marxismo di Castro è un vestito tagliato su quella stoffa.
Castro è stato un rivoluzionario ma anche un profeta, un sacerdote, una trasfigurazione secolare del redentore, pronto a raccontare la sua stessa storia famigliare tirando in ballo, più o meno, una stalla, un bue e un asinello: esalta le sue origini contadine, «nelle umili radici del padre stavano gli anticorpi contro la forza corruttrice del denaro», se «Marx aborriva l'idiozia della vita rurale Fidel l'amava come trincea di antiche virtù cristiane». La salvezza come riscatto dalle tentazioni della modernità.
Cuba emerge, dalle pagine di Zanatta, come una sorta di paziente zero dell'epidemia populista che oggi contagia l’America Latina e il globo. Nelle parole di Castro, c’è un universo simbolico. L'idea di un popolo eletto contrapposto ai «politici di professione»: l'innocenza dei senza potere contro la corruzione delle «élites». Una leadership carismatica nel senso più proprio: profetica, che annuncia l'arrivo di un regno dei cieli mondato dalle lordure dell'interesse personale. Un nazionalismo che è la conseguenza inevitabile della rivendicazione dell'inconciliabilità tra il popolo eletto e le bassezze del resto del mondo.
L'ideologia del regime come «unica vera fede», lo Stato come unica vera Chiesa. Ad attendere eretici e dissenzienti un triste destino.
Loris Zanatta, Fidel Castro. L’ultimo re cattolico, Roma, Salerno Editrice, 2019, pp. 450