Alessandro Piperno è fra i più bravi scrittori italiani contemporanei. Questo Di chi è la colpa l’ho comprato all'uscita ma non avrei avuto occasione di leggerlo se non fosse stato per qualche problema con un viaggio aereo. Non tutti i guai vengono per nuocere, avrebbe detto mia nonna.
Come sempre nei romanzi di Piperno, in Di chi è la colpa si trovano considerazioni illuminanti che hanno a che fare col modo in cui siamo fatti noi esseri umani. Fra cui quelle che al libro danno il titolo.
Stanno tutti lì a chiedersi: di chi è la colpa? Come se tutto ciò che non va, che non funziona nelle loro vite, tutto il dolore dovesse avere per forza un responsabile che li trascende. Mai che si dicano: forse è colpa mia. O ancora meglio: forse non è colpa di nessuno. Le cose sono andate così. Certo, sarebbero potute andare altrimenti, ma è così che sono andate. C’è poco da fare, niente da aggiungere. No, non lo sopportano. L’idea che le catastrofi avvengono perché avvengono è insostenibile
Beninteso, Piperno non è un intellettuale pubblico che fa il romanziere per vezzo. E’ uno scrittore autentico, un lanciatore di coltelli che ti incanta persino quando ti centrifuga in una spirale di autocommiserazione. Ma come tutti i grandi scrittori con le parole apre finestre su ciò che siamo. L’ossessione di volere sapere “di chi è la colpa” è alla base di tutti i complottismi. Ed emerge anche in quell’incapacità di accettare le tragedie, le piccole, misere e quotidiane e quelle che sembrano mordere la storia, perché raccontare quest’ultima come fosse un fumetto ci rassicura, ci offre il conforto di stare dalla parte dei buoni. Che le catastrofi avvengano perché avvengono, che il male ci sia perché c’è, non riusciamo a pensarlo. Siamo ormai abituati a considerare la realtà un malato a cui basta il conforto delle nostre buone intenzioni.
Alessandro Piperno, Di chi è la colpa, Milano, Mondadori, 2021, pp. 444