Regali dell’ultimo minuto, spignattate programmate o improvvisate, mali di stagione. Più la naturale pigrizia che accompagna l’arrivo delle festività.
Questa settimana e la prossima, faccio una cosa “moderna”: vi risparmio i miei commenti, solo copertine e qualche link. Oggi vi propongo i cinque saggi che ho letto in questo 2022 e che sono sicuro non mi dimenticherò. Non sono libri usciti quest’anno (primo comandamento di un lettore minimamente consapevole: diffidare dei frutti di stagione) ma testi che a me sono capitati per le mani quest’anno. Alcuni aspettavano sugli scaffali della mia libreria, comprati con innocente lungimiranza. Altri li ho scoperti grazie a suggerimenti e consigli, uno per la frenesia di “fare una bibliografia”. A me è dispiaciuto molto non averli letti prima, se “mancano” anche a voi questo può essere il periodo giusto per rimediare. Noterete che non sono in ordine di pubblicazione né in ordine alfabetico per autore. E’ una specie di classifica. In cima, ho messo quello che mi ha colpito di più, eccetera. Criterio odioso soprattutto perché si tratta di lavori diversissimi per spirito, ampiezza, ambizione. Ma, che volete, col Natale un po’ di pigrizia ci entra nelle ossa
Tanti auguri!
Alberto Arbasino, In questo Stato (1978), Milano, 2016, pp. 206
Erico Hoffer, The Ordeal of Change (1963), Titusville, NJ, 2006, pp. 128
Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio (1986), Milano, Adelphi, 1987, pp. 246
Orlando Figes, Crimea. L’ultima crociata (2012), Torino, Einaudi, 2015, pp. 532
Bernard Crick, George Orwell. A Life (1980), London, Secker & Warburg, 1981, pp. 586